Conferenza stampa in cui Andrea Barducci e Valdo Spini, hanno lanciato un loro appello che di seguito pubblichiamo, dove sostengono la posizione del Partito Democratico di fare della sede di Piazza Ginori una “casa del centrosinistra”

DiPD Sesto Fiorentino

Conferenza stampa in cui Andrea Barducci e Valdo Spini, hanno lanciato un loro appello che di seguito pubblichiamo, dove sostengono la posizione del Partito Democratico di fare della sede di Piazza Ginori una “casa del centrosinistra”

Venerdì 15 Giugno si è tenuta in piazza Ginori una conferenza stampa in cui Andrea Barducci e Valdo Spini, hanno lanciato un loro appello che di seguito pubblichiamo, dove sostengono la posizione del Partito Democratico di fare della sede di Piazza Ginori una “casa del centrosinistra”. Uno spazio a disposizione per tutte quelle realtà civili e sociali che si riconoscono nei valori che hanno da sempre contraddistinto il centrosinistra in questo Paese.

Il Partito Democratico ha da tempo sostenuto la necessità di fare della sede di Piazza Ginori un luogo di incontro tra la varie realtà che operano sul territorio di Sesto, un luogo “fisico” ma anche “sociale” e “politico” posto al servizio dell’incontro tra le persone. Nella realtà in cui viviamo diviene sempre di maggiore importanza offrire spazi di incontro e di relazione, anche al fine di non disperdere l’enorme patrimonio associativo e democratico che ha sempre contraddistinto il nostro territorio.

Approviamo quindi con soddisfazione dell’appello promosso da Valdo Spini ed Andrea Barducci e invitiamo chiunque si riconosca e creda nei valori storici che hanno contraddistinto la sinistra in questo Paese, l’antifascismo, l’uguaglianza, la solidarietà e chiunque creda in una politica sociale, inclusiva e democratica a sottoscrivere quest’appello. Perché nella fase politica che stiamo vivendo più che mai, questo patrimonio non deve andare perso.

Quello che segue è l’intervento di Valdo Spini:
“Le elezioni politiche del 4 marzo indicano a livello nazionale che tutto lo schieramento politico che va dal centro-sinistra alla sinistra, duramente sconfitto, deve ricominciare dal basso, dai territori come si usa dire. E non certo dalle diplomazie di vertice. Quindi presenza sul territorio, ambienti di riunione e di conoscenza reciproca, sono obiettivi di primaria importanza.
Tanto più questo è vero per il contributo che possono dare i territori in cui questo schieramento politico non è stato sconfitto, anzi è rimasto forte.
Parlo di due avvenimenti certamente di segno molto diverso l’uno dall’altro, effetto di due processi politici e amministrativi molto differenti, ma che testimoniano un radicamento vero ed effettivo. L’elezione di un sindaco di sinistra nel 2016, e l’elezione di un deputato di centro-sinistra nel collegio uninominale che comprende Sesto nel 2018.
Tutto questo porta a dire che, senza sottovalutare la dialettica, spesso dura e serrata, esistente tra questo arco di forze nella città toscana, un patrimonio politico c’è che va preservato e sviluppato anche nel periodo che ci attende, che è , a livello nazionale, di opposizione per tutto questo arco di forze.
Per questo ho ritenuto di firmare, insieme ad Andrea Barducci, l’appello che oggi vi presentiamo. Non si tratta di entrare nel merito delle vicende patrimoniali e immobiliari della sinistra sestese. Chi vi parla, non è tra l’altro sestese, anche se ha rappresentato questo territorio alla camera nelle legislature 1987-1992 e 1992-1994, quando vigeva il collegio della Camera Firenze (Prato). Pistoia.
Si tratta di verificare se, dalla risoluzione di un problema concreto, quello del destino dell’immobile sede storica di organizzazioni di sinistra dal 1944, dalla Liberazione della città toscana, non possa venire un momento di dialogo e di convergenza nel mantenimento a finalità politiche, culturali e sociali di un edificio di questa tradizione storica, sia pure nell’evidente contesto pluralistico che si è venuto determinando a tutti i livelli.
Come ho avuto modo premettere, non si tratta di gridare all’emergenza politica nella situazione di Sesto Fiorentino, perché ambedue gli schieramenti hanno conseguito in questi anni ragguardevoli successi. Si tratta invece di dare un segnale di preciso significato comunale, metropolitano, regionale ma financo nazionale di iniziativa e di ripresa di convergenza unitaria. Ripeto, di significato nazionale perché la storia e le tradizioni di Sesto Fiorentino vanno ben aldilà della sua pur ragguardevole consistenza demografica. Ma non solo, vi è una peculiarità della vicenda politico-amministrativa di Sesto Fiorentino di questi anni che l’ha resa e la può rendere elemento di grande attenzione nel dibattito politico più generale.
Ci sono i presupposti perché sul punto specifico del destino della sede si sviluppi un dialogo e perché, come conseguenza, questo luogo di riunioni di incontri, di dibattito, di elaborazioni politiche e programmatiche rimanga tale?
Noi firmatari dell’appello ce lo auguriamo vivamente. Speriamo cioè che si sviluppi un dibattito non pregiudiziale, che guardi più al risultato finale che non ai pur giustificati motivi di contrasto attuali.
Sono convinto che se ne avvantaggerebbero tutti ma soprattutto se ne avvantaggerebbe la difficile situazione politica del paese in questo momento.”

Info sull'autore

PD Sesto Fiorentino administrator